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Le meduse del Mediterraneo


Le meduse sono creature plantoniche, appartenenti alla famiglia degli Cnidari.
L'inconfondibile aspetto gelatinoso è dovuto alla loro composizione, che comprende acqua al 98%.
Eleganti e seducenti, a volte terribilmente pericolose, sono gli animali più antichi che abitano le acque del pianeta.
L’anatomia è semplice: è formata dall’ombrello, da un numero variabile di tentacoli e tra essi la bocca, che si collega allo "stomaco".
Sulla superficie dei tentacoli sono presenti delle minuscole capsule, chiamate cnidocisti, che si aprono al contatto rilasciando filamenti urticanti e talvolta vere e proprie tossine, usate per difesa o per immobilizzare le prede di cui si nutrono.

Alcuni biologi marini sostengono che il numero di meduse nel Mediterraneo è in aumento, la cosa non è stata scentificamente dimostrata, ma, certo è, che sono aumentati gli avvistamenti di nuove specie, provenienti dal Mar Rosso o dagli Oceani, fatto dovuto principalmente alla tropicalizzazione, ossia il riscaldamento delle acque, ed in parte, sembra, alla pesca indiscriminata, dei predatori naturali delle meduse.


Cosa fare in caso di contatto?

In primis, calma e sangue freddo, anche se la cosa ... scotta!
abbiamo visto che, in caso di contatto, vengono rilasciati piccoli filamenti urticanti, che si attaccano alla pelle, quindi:

  1. sciacquare la zona colpita con acqua di mare, raschiando delicatamente, con una lama o meglio una tessera in plastica, questo per asportarne quanti più possibile, attenzione! evitate di grattare o strofinare la pelle, la cosa, porterebbe a rompere tali filamenti, con conseguente peggioramento della situazione;

  2. trattare l’area interessata con impacchi di acqua calda o in alternativa con la sabbia o le pietre scaldata dal sole, per circa 30 minuti, questa operazione disattiva le tossine termolabili.

  3. In caso di sintomi come sudorazione, confusione, vertigini, difficoltà di respirazione, mal di testa, nausea, vomito o eruzione cutanea, provvedere urgentemente al ricovero, onde evitare il manifestarsi di uno shock anafilattico.

  4. Evitate il classico “rimedio della nonna” come la pipì, l’ammoniaca o l'aceto; è stato scientificamente dimostrato che non servono a nulla.



Le specie presenti nel Mediterraneo


Pelagia noctiluca

Pelagia noctiluca
Urticante
Di colore rosa, rossastra o viola, ha un ombrello di circa 10 cm di diametro e otto tentacoli, che possono arrivare , se estesi, ai 10 metri di lunghezza.
Il suo veleno è molto urticante, non a caso, è la specie che procura più problemi ai bagnanti.
Chiamata anche "medusa luminosa" a causa della sua bioluminescenza verde notturna.
Presente regolarmente lungo le nostre coste, a volte in banchi numerosi.


Rhizostoma pulmo

Rhizostoma
Non urticante
Il polmone di mare, sicuramente per dimensioni la più grande del Mediterraneo.
Può pesare sino a 10 Kg e può raggiungere e superare i 50 cm di diametro.
L’ombrello presenta dei lobi, dal colore biancastro con margini blu acceso.
Nonostante le dimensioni è innocuo e nuotare accanto ad essa è un’esperienza affascinante, poichè spesso ospita tra i suoi tentacoli, dove trovano un sicuro rifugio, numerosi pesci, come giovani esemplari del genere Trachurus (sugarello), Boops (boga) e Seriola (ricciola).
Nota: La sostanza urticante che rilascia è la rizolisina, una proteina emolitica, e il contatto, in soggetti particolarmente sensibili, può provocare dermatiti di modesta entità.


Aurelia aurita

aurelia
Urticante
Aurelia aurita è una grande medusa con ombrello trasparente, circolare, dalla cui bocca, situata sulla superficie inferiore del disco, si dipartono quattro tentacoli, il margine dell’ombrello è dotato di numerosi, tentacoli semitrasparenti.
Può raggiungere i 20 cm di diametro, e viene volgarmente chiamata medusa quadrifoglio per via (vedi foto) della forma delle gonadi.
Molto diffusa negli acquari poiché è facile allevarla.
La sostanza che rilascia contiene tetramine e può provocare paralisi temporanea.
Sono stati riportati casi di dolori forti, eritema e necrosi.


Cothyloriza tubercolata

Cothyloriza
Non urticante
La forma ricorda quella di un disco volante.
Il margine è frastagliato, con corti tentacoli che terminano con protuberanze di colore blu.
È quasi sempre circondata da giovani pesci o crostacei che la adottano come rifugio, in caso di pericolo, si nascondono tra i tentacoli.


Velella velella

velella
Non urticante
O barchetta di San Pietro, è una colonia galleggiante di polipi idrozoi, appartenente al pleuston, un gruppo di organismi che vivono nella zona acqua-aria quasi mai sotto i primi 10 cm di profondità.
Il diametro del disco, è di 8 cm circa, sormontato da una "vela" di natura cornea.
Molto comune nel Mare Nostrum, può formare sciami enormi e alla fine del ciclo vitale si spiaggia ...


Phyllorhiza punctata

Phyllorhiza
Non urticante
Specie alloctona originaria dell’Australia.
È facilmente riconoscibile, per la colorazione dell’ombrello, cosparso di macchie biancastre, tanto che è soprannominata medusa a pois.


Chrysaora hysoscella

Chrysaora
Urticante
Ombrello di circa 30 cm di diametro, con 16 bande bluastre o marroni, che partono dal centro dell’ombrello stesso e raggiungono il margine con 24 tentacoli molto lunghi.


Cassiopea andromeda

Cassiopea
Urticante
Medusa entrata in Mediterraneo attraverso il canale di Suez.
Staziona per lo più sul fondo capovolta e muove i tentacoli per favorire il passaggio dell’acqua e ricevere più nutrimento.
Anche quando nuota rimane, stranamente, capovolta.


Physalia physalis

physalia
Urticante
Viene scambiata per una medusa anche per via dei suoi tentacoli ma non lo è.
Si tratta del risultato dell’unione di quattro organismi diversi detti zooidi, reciprocamente dipendenti per la sopravvivenza.
Anche se originaria dell’Oceano Atlantico ne sono stati segnalati avvistamenti nei nostri mari.
Ad oggi non sembra sia riuscita a proliferare, per via della bassa temperatura delle nostre acque, rispetto al suo ambiente naturale, anche se, l’aumento dei valori medi della temperatura del mare, ne sta agevolando la comparsa.
Chiamata anche “Caravella portoghese, è la medusa più pericolosa del Mediterraneo, fortunatamente non mortale, ma molto urticante.
Si presenta come un sacchetto di circa 15 cm di diametro, di colore azzurro violaceo, a volte tendente al fucsia, con tentacoli, che possono arrivare a 30 metri di lunghezza.
Il veleno, una ipnotossina, provoca forti dolori, svenimenti, vomito e lesioni che lasciano brutte cicatrici, a volte, shock anafilattico e/o alterazioni del sistema cardio-circolatorio.
Non è un incontro tra i più consigliati, anche se, causa la lunghezza dei tentacoli, si viene colpiti prima ancora di poterla vedere ed evitare.