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TECNICHE AVANZATE


Abbiamo deciso di iniziare affidandoci ad un'attrezzatura più performante?
oppure è giunto il momento di osare, abbiamo fatto pratica ed intendiamo confrontarci con prede più importanti?

Abbandonata la nostra lenza a mano, che richiede molta destrezza nel recupero di prede impegnative, dobbiamo attrezzarci con canna e mulinello, la canna con la sua elasticità ed il mulinello grazie alla frizione ci permetteranno di accompagnare le sfuriate dei pesci;

una canna in carbonio lunga da 2,5 a 5 mt (a seconda delle preferenze e della lunghezza dei terminali), corredata di due o più cime ad innesto ed un mulinello con cuscinetti a sfera, taglia 3000, per le tecniche più leggere, taglia 5000 per tecniche e pesci più impegnativi, sono un ottimo investimento di partenza;

nella scelta degli attrezzi, cercate sui vari siti delle aziende produttrici, chiedete consiglio ai più esperti, affidatevi a negozianti onesti, il mercato è ricco di offerte a vari prezzi, non serve spendere centinaia di euri per pesche medio leggere, al contrario è controproducente attuare tecniche "impegnative" con materiali poco performanti;


consiglio
un piccolo consiglio, "navigate" fino a Fisherlandia, è il sito del negozio gestito da due appassionati pescatori, Flavio, uno dei due titolari è persona onesta e schietta, raggiunto il sito, scrivetegli una mail oppure telefonate, chiedendo cosa vi consiglia per il tipo di pesca che volete fare, saprà sicuramente indicarvi gli attrezzi col giusto rapporto qualità/prezzo, poi, come dice sempre, se acquistate da lui, bene, se acquistate da altri, bene uguale, in ogni caso ha la coscienza a posto per avervi consigliato al meglio;

Se volete conoscerlo, cliccate qui e godetevi i video del suo canale YouTube.



Lenze e terminali

Con cosa carichiamo il mulinello?:
La principale controversia, vede i sostenitori del nylon o della treccia per caricare i mulinelli, il nylon è un monofilo, mentre il trecciato è costituito da una serie di fili di polietilene in numero di 4, 8, 12 intrecciati appunto tra di loro;

vediamo i pro e contro delle due soluzioni ricordando sempre che parliamo di bolentino;

Premetto che per me non ci sono dubbi, vince la treccia su tutti i fronti,
a parità di diametro la treccia ha un maggior carico di rottura (uno 0,06 equivale ad uno 0,18/0,20 in nylon),
a parità di carico la treccia è molto più sottile (in caso di forte corrente taglia meglio l'acqua e garantisce un maggior contatto con il fondo), inoltre l'assenza di elasticità del trecciato, comporta una più visibile risposta del vettino alle mangiate;

qualcuno lamenta, giustamente, il fatto che questa caratteristica, possa nuocere in caso di prede più pesanti e combattive in quanto tutte le sollecitazioni graverebbero sul sottile nylon del finale, (vero!), ma ricordiamo anche che il trecciato è quasi sempre collegato ad un preterminale in nylon della lunghezza da 1 a 5 e più metri, inoltre, l'uso di una canna con la giusta azione ammortizzante e la frizione del mulinello ben tarata, dovrebbero metterci al sicuro da ogni rottura accidentale (purtroppo non dai denti); l'importante è mantenere la calma ed evitare di giocare a chi tira più forte;

l'unica grande pecca del trecciato è la scarsa resistenza all'abrasione specie con filo in tensione, (in caso di strusciamenti contro scogli o relitti) ma grazie al preterminale è ben difficile che questo accada;



Con cosa costruiamo i terminali?:

Poche storie, nylon, fluorine o fluorocarbon, al momento non c'è altro tra cui scegliere;

Il fluorocarbon, un filamento realizzato con un materiale, il polivinildenfluoride (PVFD)
inventato in giappone negli anni '80, venne studiato e prodotto per realizzare reti da pesca poco visibili,
la sua efficacia fu devastante, tanto che ne venne vietato l'uso, si pensò quindi di utilizzarlo come monofilo per la pesca,
vanta dalla sua una maggiore invisibilità in acqua, una più alta resistenza all'abrasione ed ai denti dei pinnuti oltre ad una maggiore rigidità che si traduce in bassa elasticità all'allungamento, punto debole la scarsa tenuta al nodo;

il nylon vanta una maggior morbidezza, si fa preferire in quelle tecniche dove la presentazione dell'esca è fondamentale ma soprattutto ha una maggior tenuta al nodo;

una via di mezzo che si fa preferire è data dal fluorine, un filo con percentuali 50% nylon / 50% fluorocarbon, oppure nylon con polimeri di rivestimento al fluoro (fluorocoated);
buona la tenuta al nodo, al pari dei nylon più conosciuti, buona l'invisibilità in acqua (1,41 l'indice di rifrazione contro 1,37 del fluorocarbon) ed una giusta elasticità e morbidezza, ne fanno un prodotto alternativo al fluorocarbon, quando vogliamo invisibilità ma necessitiamo di fili robusti.


approfondisci
L'indice di rifrazione



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