In questa tecnica, come già per tutte le tecniche viste prima, si può cominciare con una banalissima, seppur potente, lenza a mano,
un buon nylon o fluorine da 1/1,20 mm per il trave ed uno 0,80 per il terminale, sono un buon punto di partenza, così attrezzati, con un piombo di peso adeguato alla velocità ed alla corrente è possibile pescare vicini al fondo o a mezz'acqua, su fondali intorno ai 50 mt ad andature da poco superiori allo scarroccio (0,2 nodi), fino ad in massimo di 0,8 nodi, correnti permettendo,
nelle isole tirreniche del centro e sud Italia, è una tecnica ancora molto praticata da veri maestri, nella pesca a
lecce amia e ricciole,
attenzione, combattere pesci da 50 e più kg con una lenza a mano, non è da tutti,
al minimo errore, la perdita
del pesce, dell'attrezzatura, o peggio serie ferite alle mani non sono da sottovalutare,
per noi che cominciamo, meglio affidarsi ad attrezzi che permettano una gestione più "morbida" nel recupero della preda, un occhio di riguardo, va dato alle canne, che pur essendo potenti devono avere una giusta azione di punta per poter avvertire l'attacco del predatore, per i mulinelli, un 20 libbre di potenza con una buona frizione a leva, caricato con un trecciato da circa 30 libbre, ci consente una certa sicurezza in pesca.
Uno degli assetti di pesca più consigliati per questa tecnica, prevede l'utilizzo di un preterminale da 10 a 20 mt in nylon o fluorine collegato al trecciato del mulinello con un nodo di provata affidabilità, ed un terminale in fluorocarbon di circa 2 mt con gli ami,
ovviamente, per portare le esche alla profondità di pesca voluta, avremo bisogno di un affondatore o un piombo,
anche qui, l'assetto più utilizzato è con il piombo "guardiano", un piombo di peso variabile legato ad uno spezzone
di nylon di circa 1 mt con il compito di avvisarci quando l'esca è pericolosamente vicina al fondale,
va collegato al complesso pescante tramite un nodo o un sistema di sgancio rapido, all'altezza della giunzione
tra preterminale e trecciato del mulinello;